Il primo incidente avviene in tua assenza, così come il secondo, il terzo. Inizi a pensare che ci sia qualcosa di non vero in quello che il padre di tuo figlio, nato da poche settimane, ti racconta per giustificare gli eventi.
Parli dei tuoi dubbi con i medici, e in poche ore ti trovi risucchiata in un vortice di fogli da firmare, domande, dubbi, confusione. Colloqui interminabili, dove ripeti sempre le stesse risposte alle domande che ti sentirai fare ancora per anni.
Ti chiedi se hai fatto la cosa giusta, denunciando l’uomo con cui hai deciso di costruire una famiglia. Quell’uomo che tanto ti amava, ora chi è? Ti trovi davanti un’altra persona, una che non conosci, e ti chiedi come hai fatto a non capirlo prima. Passano alcuni giorni prima che tu riesca a realizzare cosa è accaduto, ma soprattutto che è successo proprio a te, a tuo figlio.
La fase successiva è il senso di colpa e la vergogna. Ti senti in colpa per non esserti accorta del cambiamento in tempo, per aver amato un uomo che ora consideri un mostro. Inizi a chiuderti in te stessa, e nell’isolamento sociale trovi rifugio, con il tuo sordo dolore.
Probabilmente, molte delle persone che conosci si allontaneranno da te, per imbarazzo o perché non sanno come affrontare la situazione, come essere di supporto. Potrebbero anche giudicarti e colpevolizzarti, vivendo la situazione solo come spettatori. Chi non vive in prima persona questi eventi traumatici non può comprenderne i meccanismi e le emozioni, se non con una enorme dose di empatia.
Puoi trovare ascolto e comprensione da parte di un’amica o un familiare, ma il mio consiglio, comunque, è quello di chiedere un supporto psicologico per superare i sensi di colpa, e anche per trovare il bandolo della matassa, così da riuscire a mettere in ordine il groviglio di emozioni e pensieri, in principio troppo confusi.
Personalmente, ho trovato un valido aiuto nel consultorio della mia città, ma esistono anche molti centri che offrono aiuto (anche in case rifugio) e supporto psicologico per genitori e bambini.
Eccone un paio:
Associazione Artemisia, Firenze
http://www.artemisiacentroantiviolenza.it/
CBM, Milano
http://www.cbm-milano.it/
Cercate aiuto, lo dovete a vostro figlio e a voi stesse.
Anche se i primi giorni vi farà male solo respirare, si ridimensionerà tutto con il tempo. Sarà un lavoro lungo e faticoso, ma tornerete a camminare di nuovo a testa alta. Rinascerete, diverse, più forti.
Io lo sto facendo.