La corsa al pronto soccorso è il momento più devastante di un ricovero, non si ha la lucidità per pensare a cosa abbiamo dimenticato, non si ha la mente vuota per capire cosa effettivamente ci serva e cosa no: si prende uno zaino e si butta tutto dentro a caso e non è raro trovare poi una mamma in reparto con un abito da sera e ciabatte, qualcuna con vecchie magliette natalizie, altre con la stessa maglietta con la quale sono arrivate perchè nella furia di scaraventare tutto l’occorrente per il bambino si è dimenticata di sé stessa.
Tante hanno la fortuna di avere nonni, amici o parenti che non lavorano, e che magari possono portare qualcosa, o meglio dare qualche ora di cambio, perchè diciamocelo: in ospedale non serviamo a nulla se siamo degli zombie, il nostro bambino ha bisogno di noi e fare le dure non serve, bisogna approfittare di chiunque sia disposto a mandarci a casa a fare una doccia.
Il problema sussiste quando però non si ha questa fortuna e qui entrano in gioco loro: i volontari!
Ogni ospedale pediatrico li ha, sono persone che hanno deciso di dedicare un po’ del loro tempo libero per aiutare chi ha bisogno, per dare un sorriso in più ai piccoli degenti e per dare un pò di sollievo alle mamme!
Alcuni passano direttamente in corsia a chiedere se si ha bisogno, da altre parti si può chiedere al reparto il numero dell’associazione che se ne occupa che provvederà a mandare qualcuno…
Una delle associazioni di Volontari Ospedalieri più famose è la ABIO Italia Onlus che opera in tutta Italia, ma ne esistono altre, che operano a livello regionale, tutte con lo stesso scopo, tutte persone pronte a darti una mano in un momento così difficile com’è la degenze per un bambino e la sua mamma single: perchè anche semplicemente uscire a prendere una boccata d’aria o bere un caffè al distributore può essere una salvezza…
Io sono stata volontaria ospedaliera (AVO) in pediatria per più di un anno, finchè non ho iniziato a lavorare. Lo sono diventata proprio perchè, da mamma single, quando mio figlio di quattro mesi è stato ricoverato c’erano i volontari a darmi una mano.