Eccomi di nuovo a voi con un argomento che mi sta particolarmente a cuore… l’educazione dei figli e la loro responsabilizzazione come componenti attivi della famiglia… Mamma mia che paroloni! Insomma mi chiedo quando e come ai figli devono essere dati dei compiti da svolgere in casa per aiutare la famiglia? E se questo vale per ogni famiglia come cambia nel caso di famiglie monoparentali?
Io sono sempre stata dell’idea che i figli vadano responsabilizzati al più presto, compatibilmente con le loro capacità e la loro età e che debbano essere assegnate loro delle mansioni adeguate. Dal mettere a posto i loro giochi, a rifarsi il letto, lavare i piatti, gettare la spazzatura, e via così man mano che il bambino diventa un adulto. In questo modo il bambino comprende che non c’è fa fatina magica che mette in ordine, lava, stira e cucina, e che collaborare tutti insieme rende la famiglia più unita, serena e con maggior tempo libero per stare insieme. Questo è anche quello che sostengono le tate di SOS tata di cui io sono una grande fan.
Ora però la domanda che mi preme è: una madre single, oberata dagli impegni, lavoro, casa, figlio ecc… rischia con questa tecnica di addossare al figlio troppe responsabilità che non sono effettivamente sue, ma che non essendoci una controparte adulta “qualcuno deve pur fare”? Come si fa a mantenere il giusto equilibrio tra la funzione educativa delle mansioni assegnate senza senza dare al figlio l’idea che “mia mamma non ce la fa da sola se non l’aiuto” e quindi renderlo troppo responsabilizzato su aspetti che non gli competono?